Lo sguardo e il tocco della madre impattano sul Sé in modo fondamentale e costituiscono la piattaforma principale da cui si struttura la soggettività. La cura della madre e l’esperienza del bambino di questa cura è per Bollas la prima estetica umana in assoluto. L’emozione perturbante di “esser abbracciati da una poesia, una composizione, un quadro o da qualsiasi oggetto”, scrive Bollas, dipenderà per sempre da quei primi momenti in cui il mondo interiore del bambino riceve una forma dalla madre. La prima estetica umana influenzerà tutte le esperienze estetiche future. Piacersi o sentirsi brutti è legato a queste esperienze primarie.

Il conoscere dipende dall’esser visto. Nell’esperienza di esser visto e di trovare negli occhi dell’altro ricettività, bellezza e comprensione, l’esperienza di sé prende forma.

Per Winnicott per cercare creativamente e guardare il mondo il soggetto deve aver interiorizzato l’esperienza di esser stato visto e rispecchiato.

Anche il modo in cui il proprio corpo può esser vissuto e pensato dipende dal modo in cui il corpo, e più in generale l’intero individuo, è stato trattato dalle figure di riferimento.

La percezione e il vissuto del proprio corpo si costruisce strutturalmente in relazione al desiderio dell’altro.

Nella stanza di lavoro riscontriamo quanto e come i disagi dei giovani pazienti, rispetto al corpo e in generale a se stessi, siano correlati a queste prime e fondanti esperienze.