L’essere umano, in quanto nasce senza forma e con il compito di darsi una forma, è chiamato necessariamente ad aver cura di sé.
“Aver cura di sé per cercar la forma migliore del proprio poter essere significa cercare un orizzonte irradiante di senso”. La cura di sé e un lavoro impegnativo: tesse i fili dell’esserci per soddisfare il compito di dar forma al proprio modo singolare di esistere senza però mai avere piena sovranità sulle mosse del proprio divenire. Si ha cura di sè per fronteggiare la vulnerabilità ontologica della condizione umana, senza mai potere ridimensionare questo esser intimamente fragili e vulnerabili, nel corpo e nell’anima. (la cura non è onnipotente, non elimina i limiti che sono l’orizzonte dell’essere)
Per Heidegger “la cura significa tra l’altro tendere a qualcosa”: la cura di sé non tende solo alla nostra conservazione ma è volta a costruire uno spazio vitale in cui poter dare completa realizzazione alle proprie possibilità esistentive. L’aver cura di sé significa cercare un centro, un’unità, una coesione dotata di senso. Per Heidegger la vita è ontologicamente Cura.
Mortari ci parla di tre forme di cura:
-Cura come necessità ontologica
Cura come lavoro del vivere per preservare la nostra esistenza. Quindi si tratta di una necessità vitale di rispondere ai nostri bisogni primari per continuare a esistere.
-Cura come necessità etica
Per esserci con un senso, per far fiorire l’essere
-Cura come necessità terapeutica
Per riparare l’esserci quando ci sono ferite, sofferenze, malattie fisiche o psichiche da risanare.
Queste suggestioni sulla CURA che provengono dalla filosofia mi fanno riflettere sul senso della cura nel processo psicoterapeutico, una cura che è etica e terapeutica insieme.
Dal momento che l’essere è con essere, vivere è sempre convivere. come Winnicott scrive:”io all’inizio sono insieme a un altro esser umano non ancora differenziato”
È dalla matrice relazione che emerge l ‘essere.
Se c’è stata una buona cura nelle sue tre forme
l’essere umano avrà una buona cura di sé e darà un senso etico al suo stare al mondo.
La cura come processo psicoterapeutico offre una nuova possibilità di cura dell’esserci che è insieme cura del con esserci.
Dice Mortari “se la cura si qualifica come fenomeno ontologico sostanziale dell’esserci e se l’esserci è intimamente relazionale, poiché l’esser con gli altri è l’intima essenza dell’umano, allora l’aver cura dell’esserci è tutt’uno con l’aver cura del con esserci e dunque con l’aver cura degli altri.
La cura come premura per l’altro, come sollecitudine a favorire il benessere dell’altro, è condizione indispensabile per una vita buona, cioè vissuta eticamente.
La cura psicoterapica è etica prima che terapeutica.

(riflessioni dalle letture dei testi di Luigina Mortari)