Il tema della casa riveste una grande importanza nella psicoanalisi. Freud nel 1929 scrive che il ventre materno è la nostra prima dimora.
Se siamo stati ben ospitati, accolti, contenuti, sentendoci a casa nel rapporto con le figure di riferimento, ci costruiremo con meno fatica una casa che ci farà sentire al sicuro e saremo a nostra volta capaci e desiderosi di accogliere e ospitare.
Chi non ha potuto godere nella sua infanzia di una casa sufficientemente confortevole e ospitale e che quindi non ha potuto sentirsi a casa può scoprire via via questa preziosa sensazione nel percorso terapeutico e ciò vale per bambini, adolescenti e adulti.
La casa non è solo un luogo fisico e concreto, funzionale alla nostra vita, ma in termini simbolici la casa è il nostro Sè. Se stiamo sufficientemente bene con noi stessi sperimentiamo un’attitudine a sentirci a casa nel mondo. La casa interna è un nucleo solido e caldo e vitale che ci deriva dall’ interiorizzazione delle nostre relazioni infantili, che ci fa sentire al sicuro, in buona compagnia di noi stessi.

La mente del terapeuta, ospitale e contenitiva, come una casa accogliente, ci condurrà nel tempo a provare un senso di buona familiarità con noi stessi che ci farà sentire a casa nel mondo, ovunque noi siamo.
E ognuno avrà/sarà la sua casa, unica e distintiva. È prezioso a mio parere che non ci siano due case uguali. E ogni casa ha la sua dignità di esistere.