Winnicott introdusse il concetto di “malattia normale”. Paradossale espressione che evoca il diritto, la dignità, l’utilità, il senso del disagio e spinge chi cura a tener conto che la diagnosi non è una gabbia in uno schema definitorio e mortificante ma è come una mappa a cui ci possiamo riferire, fluida, labile, in continuo movimento e trasformazione. Così come è il processo di cura cocostruito che evolve continuamente.

Questa espressione di Winnicott provocatoria e molto evocativa richiama la natura evolutiva del disagio, il suo significato relazionale, perché è legato a un tempo, a una fase della vita e a un contesto, e alle trasformazioni sociali, culturali.

Sempre Winnicott dice” può esser più normale per un bambino ammalarsi piuttosto che rimanere in buona salute”. In età evolutiva tantissimi sintomi sono uno stimolo per riorganizzare una fase di crescita, possono stimolare una crisi e favorire una riorganizzazione del contesto in cui il bambino vive, attivare nuove modalità e attitudini da parte di chi se ne prende cura. Ma forse questo è valido non solo in età evolutiva.

Per curare e ospitare nella mente la sofferenza dobbiamo guardare al paziente come persona e all’incontro tra le nostre soggettività.

Per quanto concerne la CURA tutte le attività che si svolgono intorno alla cura favoriscono il processo di costruzione dell’identità che si costruisce fin dalla nascita in un rapporto reciproco di scambio con il mondo esterno.

Si cresce nella cura e tramite la cura fin dall’inizio dell’esistenza. La cura non è solo riparativa rispetto alla vulnerabilità ontologica dell’uomo, ma ha anche una funzione generativa, trasformativa e creativa, che rende l’uomo capace di costruire il proprio mondo non solo a livello psichico, ma anche nelle sue architetture culturali e sociali.

Cura nella sua dimensione etica si basa sulla responsabilità, ha come componente essenziale e inscindibile la speranza, da intendersi come apertura al nuovo, consiste di una postura mentale volta ad attivare nuovi inizi e contiene un impegno volto al futuro.

La cura trasforma e ci trasforma.

(riflessioni basate sulla lettura di Prendersi cura, a cura di Lorena Preta ed. Alpes)