Sull’ultimo venerdì, allegato di Repubblica, del 10 giugno c’è un articolo dal titolo “Meglio sognare sul lettino di Freud”, di M.N.De Luca, in cui viene intervistato il presidente della S.P.I. Sarantis Thanopulos, il quale lancia un manifesto e un’alleanza per la Salute Mentale asserendo che i farmaci da soli non bastano.

Si esprime così:”per curare il dolore psichico ci vuole una grande alleanza. PSicoanalisti, psichiatri, medici, farmacologi, ma anche la società civile, le reti di solidarietà. Le persone soffrono…i malati sono abbandonati, il tormento non può esser sedato solo chimicamente, bisogna prendersi cura di chi sta male”

Ci vuole un’alleanza di saperi e di specializzazioni per poter curare tutti insieme il dolore psichico, oltre il mero approccio biomedico che appiattisce sulla biologia i desideri, pensieri, sentimenti, azioni. In Italia si assiste a un ritorno, nella cura della malattia mentale, a pratiche coercitive fino all’elettroshock. Su 100 terapie erogate in psichiatra 94 sono di tipo farmacologico e solo 6 contemplano la psicoterapia. Spesso i farmaci sono necessari ma mai da soli, essi agiscono sul sintomo ma non sull’angoscia profonda che si annida nella complessa soggettività di ciascuno.

È necessario allora scrivere un Manifesto che rilanci al centro della scena il malessere delle persone come problema non solo individuale ma sociale e politico. Che superi gli steccati fra la psichiatria che ha sottovalutato la psicoterapia e la psicoanalisi che non sentiva come fondamentale il tema della reintegrazione sociale come elemento fondante della cura. La sofferenza mentale è legata alle condizioni ambientali, lavorative, economiche. Nella post pandemia l’Italia è sommersa da un’ondata di malessere psicologico. Le richieste di aiuto sono enormi e i servizi territoriali non bastano. È necessario far funzionare il servizio sanitario nazionale se no non è possibile rispondere al dolore psichico delle persone.

“Fulcro del manifesto è un appello al ritorno multidisciplinare al disagio mentale, compreso i farmaci, ma oltre il puro approccio biomedico”

Conclude Thanopulos:”il Covid ha lasciato un deserto di solitudini e di disperazione, è come se stessimo perdendo la capacità di sognare. Ecco perché dobbiamo agire in fretta”

https://www.repubblica.it/…/meglio_sognare_sul_lettino…/