Una bimba di 7 anni da un anno senza padre trascorreva le sedute a tagliare buchi nei fogli, grandi e piccoli, facendo cerchi con la matita poi premendo la punta al centro del cerchio e ritagliandolo lungo i contorni. Non parlava del papà che si era separato dalla mamma e che non vedeva più. Non poteva infatti più avvicinare la figlia perché ritenuto non in grado di svolgere la funzione paterna in modo adeguato, a causa della sua inarrestabile e patologica impulsività e della grave conflittualità con l’ex moglie.

Era impossibile parlare del papà: troppa sofferenza. Dolore indicibile per esser tradotto in parola. Il trauma della perdita lasciava muta la bambina sul padre, ma le sedute permettevano di alloggiare disegni e giochi che inscenavano i flussi emotivi interni. Così, con il tempo i buchi scomparvero per lasciare il posto a disegni che rappresentavano mappe del tesoro o a giochi basati sulla ricerca di oggetti nascosti o a storie d’avventura in cui si andavano a cercare tesori perduti.

Il buco/ferita che rappresentava il trauma della perdita si trasformava via via in un materiale di esplorazione e di ricerca di un padre che non si vedeva più senza capire perché. Solo allora la bambina poté scrivere in seduta una specie di lettera al papà chiedendo dov’era e perché si era allontanato. E la voce della terapeuta solo allora poté parlare del padre, che la bimba aveva amato e da cui era stata amata, anche se in modo difficile e incoerente; fili di significato intrecciati ad emozioni di tristezza, perdita, nostalgia, incredulità, rabbia nel tempo emergevano dalle fila delle sedute. E la bambina iniziò a usare parole per dire. La ricerca non ha ovviamente riportato a casa il papà, ma ha portato a trovare un senso della complessa e triste vicenda famigliare. Via via la bambina fece i conti con un papà che le aveva voluto bene ma che non riusciva a fare bene il papà.. e così era meglio che stesse lontano… piano piano la bambina poté dare sfogo alla nostalgia e alla tristezza ma anche alla delusione e alla rabbia di aver avuto un papà un po’ buono ma anche un po’ strano, difficile e arrabbiato, che purtroppo non riusciva a garantirle serenità. Aveva fatto dolorosamente i conti con com’era andata la vicenda e, ritrovata e digerita la verità della sua storia, riuscì a farci un po’ pace e a proseguire in modo più armonioso, integrato e creativo il suo sviluppo psichico.